Attenzione ancora puntata sui criteri Esg. Se ne parlerà a Roma, all’Auditorium dell’Inail il prossimo 23 novembre nel convegno organizzato dalla Federazione Industrie Prodotti, Impianti, Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione.
La sigla Esg, tutti ormai lo dovrebbero sapere, è l’acronimo di Environmental, Social e Governance, le componenti delle strategie aziendali che dovranno necessariamente essere portati ai livelli indicati dalle indicazioni dell’Unione europea.
Interverranno ai lavori l’on. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, Franco Panfili, vice capo dipartimento Mercati e sistemi pagamento della Banca d’Italia, Massimo Sessa, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, Ester Rotoli, direttrice centrale Direzione prevenzione Inail, Andrea Bianchi, responsabile area Pianificazione strategica e politiche industriali Invitalia; Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager e Trenitalia; Paolo Melone, responsabile Coordinamento marketing e business development imprese Intesa Sanpaolo; Maurizio Pallini, presidente Scuola etica Leonardo; Emanuele Riva, presidente Iaf (International Accreditation Forum) e vice direttore Accredia; Daniele Schroder, direttore generale Sace Fct.
Modererà i lavori il il direttore generale Finco, Angelo Artale.
Obiettivo del convegno è di informare sulle opportunità connesse al rispetto dei criteri Esg e sui rischi che deriverannio per le imprese che non si adegueranno ai livelli stabiliti. Allo stesso tempo, gli organizzatori sollecitano una riflessione sull’opportunità di snellire e riordinare il mercato delle certificazioni esistenti per valorizzare quelle di più nuova concezione che rispondano a tutti i criteri Esg, vincenti nei mercati globali.
“È quanto mai importante, quindi – ha affermato la presidente Finco, Carla Tomasi – avere dei parametri omogenei e misurabili in ambito Esg che permettano di valutare in maniera oggettiva le informazioni ed i comportamenti dei singoli soggetti onde evitare sostenibilità di facciata, senza però arrivare ad accanimenti legislativi che possono essere controproducenti o ad assecondare retoriche che inducono a discostarsi dalla centralità di avere bilanci sostenibili, ma anche veritieri, su patrimonio e finanza”.
“È peraltro importante sottolineare – ha concluso Tomasi – che spesso le imprese adottano inconsapevolmente dei comportamenti sostenibili senza dare ad essi la giusta visibilità e vanno quindi aiutate a maturare questa consapevolezza.”
Stefania De Sanctis