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CONSIGLIO E PARLAMENTO EUROPEI AUMENTANO LA TRASPARENZA SUI RATING ESG

CONSIGLIO E PARLAMENTO EUROPEI AUMENTANO LA TRASPARENZA SUI RATING ESG

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L’obiettivo condiviso è quello di accrescere la fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili, aumentando la trasparenza e il controllo sulle agenzie di rating

Bruxelles, 5 febbraio 2024 – Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo su una proposta di regolamento delle attività di rating ESG (Environmental, Social e Governance). I rating ESG forniscono un giudizio sulla sostenibilità di un’azienda o di uno strumento finanziario, valutandone le ripercussioni delle attività nell’ambito delle tre componenti valutate con il rating: impatto sull’ambiente, riflessi sugli elementi sociali e modalità di gestione della governance aziendale.

I rating ESG hanno un impatto sempre più importante e la crescente influenza del rating sul funzionamento dei mercati dei capitali e sulla fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili e, specificamente, sulla valutazione complessiva delle aziende ha determinato un crescente interesse a ricevere valori positivi; conseguentemente alcuni valutatori hanno forzato le loro analisi, alimentando un clima di scarsa trasparenza.

Allo stesso tempo, al fine di raggiungere la neutralità climatica, è stato fatto ricorso alla criticabile pratica del greenwashing, nascondendo informazioni rilevanti che avrebbero orientato le scelte di consumatori, investitori e altri partecipanti al mercato o anche rilasciando informazioni ingannevoli e, addirittura, false.

Il greenwashing falsifica le proprie credenziali ambientali permettendo alle aziende di acquisire una ingiustificata reputazione di sensibilità aziendale.

L’accordo concluso tra il Consiglio e il Parlamento mira a rafforzare l’affidabilità e la comparabilità dei rating ESG migliorando la trasparenza e l’integrità delle operazioni dei fornitori di rating ESG, prevenendo in tal modo potenziali conflitti di interessi.

La rilevanza e la portata di una normativa che favorisca una maggiore trasparenza e un incisivo  controllo pubblico delle agenzie di rating hanno fatto sì che l’odierno accordo, seppure provvisorio, sia unanimemente definito storico.

Il ministro delle Finanze belga, Vincent Van Peteghem, ha dichiarato: “Accolgo con favore questo accordo. Aumentare la fiducia degli investitori attraverso Rating ESG trasparenti e regolamentati può avere un impatto significativo sulla nostra transizione verso un futuro più socialmente responsabile e sostenibile”.

Aurore Lalucq, europarlamentare, economista francese si è detta: “Orgogliosa di aver negoziato a nome del Parlamento per far sì che l’Unione Europea sia il primo grande attore ad adottare una legislazione ambiziosa in questo settore, lontana dai luoghi comuni e dai falsi dibattiti tra accuse di greenwashing da un lato e di capitalismo selvaggio dall’altro”.

Scendendo nei dettagli, la europarlamentare ha precisato: “Uno dei risultati più rilevanti è l’obbligo per le agenzie di rating di suddividere i criteri ambientali, sociali e di governance in tre componenti separate”. “Aggregare i punteggi per questi tre criteri non aveva alcun senso – ha concluso Lalucq – Un punteggio eccellente in un’area potrebbe nascondere risultati disastrosi in un’altra. È così che ci ritroviamo con aziende del settore petrolifero valutate molto bene, nonostante le conseguenze ambientali della loro attività

I rating ESG forniscono un giudizio sulla sostenibilità di un’azienda o di uno strumento finanziario, valutandone le ripercussioni delle attività nell’ambito delle tre componenti valutate con il rating: impatto sull’ambiente, riflessi sugli elementi sociali e modalità di gestione della governance aziendale.

I rating ESG hanno un impatto sempre più importante e la crescente influenza del rating sul funzionamento dei mercati dei capitali e sulla fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili e, specificamente, sulla valutazione complessiva delle aziende ha determinato un crescente interesse a ricevere valori positivi; conseguentemente alcuni valutatori hanno forzato le loro analisi, alimentando un clima di scarsa trasparenza.

Allo stesso tempo, al fine di raggiungere la neutralità climatica, è stato fatto ricorso alla criticabile pratica del greenwashing, nascondendo informazioni rilevanti che avrebbero orientato le scelte di consumatori, investitori e altri partecipanti al mercato o anche rilasciando informazioni ingannevoli e, addirittura, false.

Il greenwashing falsifica le proprie credenziali ambientali permettendo alle aziende di acquisire una ingiustificata reputazione di sensibilità aziendale.

L’accordo concluso tra il Consiglio e il Parlamento mira a rafforzare l’affidabilità e la comparabilità dei rating ESG migliorando la trasparenza e l’integrità delle operazioni dei fornitori di rating ESG, prevenendo in tal modo potenziali conflitti di interessi.

La rilevanza e la portata di una normativa che favorisca una maggiore trasparenza e un incisivo  controllo pubblico delle agenzie di rating hanno fatto sì che l’odierno accordo, seppure provvisorio, sia unanimemente definito storico.

Il ministro delle Finanze belga, Vincent Van Peteghem, ha dichiarato: “Accolgo con favore questo accordo. Aumentare la fiducia degli investitori attraverso Rating ESG trasparenti e regolamentati può avere un impatto significativo sulla nostra transizione verso un futuro più socialmente responsabile e sostenibile”.

Aurore Lalucq, europarlamentare, economista francese si è detta: “Orgogliosa di aver negoziato a nome del Parlamento per far sì che l’Unione Europea sia il primo grande attore ad adottare una legislazione ambiziosa in questo settore, lontana dai luoghi comuni e dai falsi dibattiti tra accuse di greenwashing da un lato e di capitalismo selvaggio dall’altro”.

Scendendo nei dettagli, la europarlamentare ha precisato: “Uno dei risultati più rilevanti è l’obbligo per le agenzie di rating di suddividere i criteri ambientali, sociali e di governance in tre componenti separate”. “Aggregare i punteggi per questi tre criteri non aveva alcun senso – ha concluso Lalucq – Un punteggio eccellente in un’area potrebbe nascondere risultati disastrosi in un’altra. È così che ci ritroviamo con aziende del settore petrolifero valutate molto bene, nonostante le conseguenze ambientali della loro attività”.

Silvio Damiani

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