Italia in debito ecologico: sono già esaurite le risorse naturali dell’intero 2024
19 maggio 2024 – Oggi è l’Overshoot day per l’Italia. Significa che entro la data odierna si sono già esaurite le risorse naturali messe a disposizione dal pianeta per il 2024. Da questo momento inizieremo a consumare le risorse “previste” per il 2025in poi è come se attingessimo a risorse sottraendole agli anni successivi e quindi alle future generazioni.
Dal 20 maggio pertanto gli italiani possono considerarsi in debito rispetto alla biocapacità della Terra.
Se tutta l’umanità consumasse risorse come gli italiani, tutte le risorse naturali della Terra sarebbero semplicemente finite e per continuare con lo stesso ritmo servirebbero 2,7 pianeti.
Il superamento del limite di rigenerazione delle risorse, è calcolato dall’organizzazione di ricerca internazionale Global Footprint Network in base ai consumi di beni e servizi e alle risorse disponibili sul territorio. Il centro di ricerca calcola ogni anno la data in cui si esauriscono le risorse naturali rinnovabili e ne dà l’annuncio ufficiale il 5 giugno, giornata mondiale per l’ambiente.
Per l’Unione europea l’overshoot day è stato calcolato per il 3 maggio. La data dell’Overshoot Day 2024 per l’intero pianeta Terra sarà annunciata dal Global Footprint Network il prossimo 5 giugno. L’anno scorso era caduta il 2 agosto.
Con 4 ettari globali pro capite, l’impronta ecologica di ciascuno dei 60 milioni di abitanti dell’Italia è notevolmente superiore alla biocapacità che ha disponibile. L’Italia ha in generale una impronta più bassa della media europea e leggermente inferiore a quella di Francia e Germania, ma superiore all’impronta della Spagna. L’impronta dell’Italia è determinata principalmente dai trasporti e dal consumo alimentare. Concentrarsi su questi due ambiti legati alle attività quotidiane offrirebbe quindi le maggiori possibilità di invertire la tendenza e ridurre l’impronta degli italiani.
“L’Overshoot Day ci ricorda l’urgenza di adottare azioni concrete per invertire la tendenza del consumo eccessivo delle risorse del nostro Paese – ha dichiarato Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia – Se non ci prepariamo ad affrontare un futuro, ormai largamente prevedibile, in presenza di una popolazione mondiale sempre crescente, incremento della domanda, dovremo far fronte a molteplici rischi e costi elevati.”
Rientrare nei limiti naturali non va visto come un sacrificio o una riduzione delle nostre comodità, ma come uno spostamento verso tecnologie più avanzate e più pulite e verso un’economia più giusta, dove il benessere non diminuisce, ma aumenta per tutti. Rimodellare le nostre abitudini quotidiane serve proprio per salvare il benessere che abbiamo conquistato, prima che il pianeta ci chieda il conto in maniera estrema. Al pari degli ambiti che contribuiscono a determinare la nostra impronta, quello che dobbiamo chiederci e su cui dobbiamo agire riguarda: quanto spesso mangiamo carne, pesce o altri derivati animali? Quanto del cibo che mangiamo è fresco, di stagione (confezionato o meno) e prodotto a livello locale? Quanto cibo buttiamo ogni settimana? In Italia buttiamo quasi 30 kg di cibo a testa l’anno… molto si può fare. E ancora: quanti rifiuti produciamo? A casa, utilizziamo energia da fonti rinnovabili? Siamo attenti ai consumi energetici? Come ci muoviamo nel tragitto casa lavoro? Condividiamo l’auto con altre persone o viaggiamo sempre da soli? Usiamo i mezzi pubblici? Quanti voli facciamo ogni anno?
Le risorse che abbiamo a disposizione sono una quantità finita, ma le nostre capacità non lo sono. Vivere all’interno delle capacità del nostro territorio è tecnologicamente possibile, finanziariamente vantaggioso ed è la nostra unica possibilità per un futuro prospero.
Efisio Serra