Da sempre sinonimo di grandiosità (e spreco), i Giochi olimpici vogliono diventare sostenibili
19 agosto 2024 – Anche le Olimpiadi si evolvono e la sostenibilità è diventata la parola d’ordine dei Giochi contemporanei. Sia che si tratti di gare estive o invernali, si è largamente affermata la tendenza a contenere l’impatto della manifestazione sull’ambiente. Le Olimpiadi implicano la concentrazione in una località di decine di migliaia di atleti e relativi staff e di addetti a lavori e servizi, fatto che comporta anche i relativi trasporti delle rappresentative attraverso tutto il globo, oltre al loro vitto e alloggio. Per non parlare del pubblico: milioni di spettatori e turisti per assistere alle competizioni o visitare la città ospite. All’ultima edizione di Parigi si valuta che siano stati oltre 15 milioni. Una cifra impressionante considerando che l’intera popolazione parigina è di 12,4 milioni di abitanti.
Complessivamente si stima che il trasporto e l’alloggio degli atleti e degli spettatori abbia pesato per più del 45 per cento delle emissioni prodotte. Alla valutazione del colossale impatto ambientale occorre infine aggiungere le emissioni causate da coloro che hanno assistito all’evento collegandosi con TV e altro.
Una corretta valutazione dell’impegno per la riduzione delle emissioni presupporrebbe l’osservazione di serie storiche che permetterebbero il confronto con i dati delle edizioni precedenti. Ma i numeri sono scarsi e si riferiscono esclusivamente alle edizioni più recenti. Evidentemente la sensibilità più responsabile verso l’ambiente si è diffusa solo in tempi recenti e quindi mancano riferimenti al passato. È possibile risalire a dati sulle emissioni di anidride carbonica con riferimento alle Olimpiadi di Londra 2012, stimate pari a quasi 3,3 milioni di tonnellate di CO2, mentre in occasione di quelle di Rio de Janeiro nel 2016 l’impronta di carbonio è salita a 3,6 milioni di tonnellate. Le emissioni sono calate sensibilmente nel 2021 (anno in cui effettivamente si sono svolti i Giochi, slittai a causa della pandemia) durante le Olimpiadi di Tokyo: 2 milioni di tonnellate, ma l’exploit è stato dovuto purtroppo alla pandemia che ha impedito la partecipazione degli spettatori. Per il 2024 Parigi si è posta un obiettivo ambizioso: dimezzare le emissioni di carbonio dei Giochi rispetto alla media di Londra 2012 e Rio 2016.
La questione della sostenibilità ha iniziato ad essere affrontata nel 2010 in occasione dei Giochi invernali di Vancouver dove furono realizzate strutture bioedilizie, attivate fonti rinnovabili e poste in essere misure di mobilità sostenibile e raccolta differenziata. Nel 2016 a Rio quasi un terzo delle medaglie fu prodotto da materiale di recupero.
Gli organizzatori di Tokyo 2020 si sono proposti di realizzare i Giochi più green e sostenibili di sempre e il governo si è impegnato per dare vita ad una manifestazione con la completa sostenibilità ambientale. L’approccio green ha condizionato realizzazione la rete delle infrastrutture sportive, tecnologiche e relative alla mobilità. Nel dettaglio le principali novità hanno riguardato le medaglie, che sono state prodotte con apparecchiature elettroniche dismesse, e i podi olimpici (un centinaio) che sono stati realizzati con 45 tonnellate di plastica riciclata e recuperata dai mari. Successivamente i podi sono stati distribuiti a scuole e strutture sportive.
Per la prima volta le Olimpiadi hanno visto in prima linea il governo del paese organizzatore impegnarsi per realizzare una manifestazione caratterizzata dalla più completa sostenibilità ambientale. Già a novembre 2018 era stato pubblicato il piano di sostenibilità per Tokyo 2020, dal titolo “Diventiamo migliori, insieme – Per il pianeta e le persone”.
Nelle sedi delle gare e all’interno del villaggio olimpico, è stata utilizzata esclusivamente energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. I trasporti per i diversi eventi nella capitale sono stati assicurati da una flotta dei veicoli elettrici.
Con riferimento alle risorse si è dato spazio alla filosofia delle 3R: riduci, riusa, ricicla. Il 99% dei beni acquistati per le forniture erano riciclati o sono stati presi in prestito o riutilizzati. Mentre per i rifiuti ci si è posti l’obiettivo di riutilizzare o riciclare almeno il 65% di quelli prodotti durante l’evento.
Le sedi delle gare e il villaggio olimpico sono stati attrezzati per la raccolta di acqua piovana e l’utilizzo delle acque di ricircolo con sistemi innovativi di filtraggio delle risorse idriche.
Le Olimpiadi di Parigi sono le prime per cui sia stato fissato un obiettivo di emissioni massime (equivalente a 1,58 milioni di tonnellate di CO2) da rispettare e per cui conseguentemente sia stato elaborato un piano per contenerle. Altra notizia positiva relativa alle Olimpiadi di Parigi 2024 è che sono costate complessivamente 9 miliardi di euro, la spesa più bassa negli ultimi 20 anni.
La stima complessiva delle emissioni è stata comunque rivista al rialzo perché il progetto del villaggio olimpico non prevedeva un sistema di aria condizionata ma un sistema di raffrescamento geotermico, che però è stato rimpiazzato con 2.500 condizionatori portatili.
Il contenimento dei costi è stato ottenuto limitando la costruzione di nuovi impianti e utilizzando quelli già esistenti: ben il 95% delle infrastrutture sportive utilizzate erano già esistenti. I soli impianti permanenti costruiti appositamente per i Giochi 2024 sono stati il villaggio olimpico, l’Aquatics Centree il Climbing Wall di Le Bourget e una struttura che per ospitare i giornalisti nelle ore di lavoro. Tutti continueranno a essere utilizzati dopo la fine della manifestazione: il villaggio olimpico sarà trasformato in un complesso di case e uffici, l’Aquatics Centre diventerà un impianto sportivo per il dipartimento Seine-St Denis. Inoltre sul suo tetto sono stati installati pannelli fotovoltaici, che rendono l’impianto indipendente a livello energetico.
Nell’ottica di ridurre le emissioni è stato deciso che più del 60% del cibo servito al villaggio olimpico fosse vegetale; e che per realizzare molti oggetti usati nei Giochi sono stati usati materiali riciclati, comprese le medaglie, per le quali è stato utilizzato ferro scartato dalla costruzione della Torre Eiffel.
Dopo la conclusione dei Giochi olimpici Georgina Grenon, directrice de l’Excellence Environnementale Pars 2024 ha dichiarato: “Volevamo dimostrare che un altro modello era possibile e creare un lascito per altri grandi eventi sportivi”.
La sostenibilità ha ormai guadagnato un posto di rilievo nell’organizzazione delle Olimpiadi e in linea con l’Agenda Olimpica 2020 del Comitato Olimpico Internazionale, CIO, le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 ne faranno della sostenibilità un pilatro fondamentale. E a novembre 2023 il Comitato organizzatore dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026 ha già presentato il Rapporto di sostenibilità.
Nel documento si legge: “Per raggiungere gli obiettivi di riduzione degli impatti ambientali definiti nella Strategia di Sostenibilità, Impatto e Legacy è necessario quantificare e monitorare correttamente le emissioni di GHG (gas ad effetto serra espresse in emissioni di CO2eq) legate ai Giochi. Fondazione Milano Cortina 2026 ha completato un processo di stima dell’impronta di carbonio dei Giochi, cosiddetta Carbon Footprint adottando la metodologia ufficiale del CIO Carbon Footprint Methodology for the Olympic Games”.
Le gare si svolgeranno in 12 sedi, delle quali il solo PalaItalia verrà costruito ex novo. La struttura che ospiterà l’hockey dopo la conclusione delle gare continuerà ad essere utilizzata come spazio multifunzionale.
Per gli atleti verranno realizzati tre villaggi olimpici: uno a Milano, che in seguito diventerà un campus per studenti; il secondo a Livigno destinato alla Protezione civile, sarà dopo trasformato in un centro di allenamento avanzato per atleti. Per il terzo, che sarà situato a Cortina non è stato ancora annunciato se avrà un successivo utilizzo.
Gli organizzatori dei Giochi Olimpici di Los Angeles 2028 sono pronti a sfruttare le infrastrutture esistenti, che faranno risparmiare fino a 150 milioni di dollari e si allineeranno agli obiettivi di sostenibilità del Comitato Olimpico Internazionale. Inoltre hanno annunciato di aver tenuto i primi incontri con i leader delle comunità locali per raccogliere consigli e indicazioni per la pianificazione della manifestazione sportiva in merito alle attività e agli appalti della comunità, alle assunzioni locali e alla sostenibilità.
Il Comitato organizzatore LA 28 ha creato tre gruppi per garantire che la pianificazione delle Olimpiadi rifletta i valori di Los Angeles, creando opportunità economiche in tutta la smisurata area metropolitana della città. I gruppi forniranno anche indicazioni sull’impatto dei Giochi e sui piani di sostenibilità, garantendo che i Giochi LA28 fungano da catalizzatore per benefici duraturi per la regione.
Erikk Aldridge, vicepresidente di Impact LA28, ha dichiarato “Stiamo lavorando a stretto contatto con organizzazioni civiche e no-profit e con i loro esperti in materia per garantire che voci diverse siano incluse nella pianificazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2028. Abbiamo un’opportunità unica di utilizzare i Giochi come catalizzatore del progresso, co-creando benefici per la regione che saranno disponibili anche dopo la fine dei Giochi”.
Nella scelta delle prossime sedi olimpiche, il Comitato Olimpico Internazionale ha stabilito che saranno decisive le risorse economiche e la politica di riduzione dell’impatto ambientale, grazie anche alla costruzione di impianti sportivi edificati con materiali ecocompatibili.
Per questi motivi con undici anni di anticipo sulla data di svolgimento, il Cio ha designato la città australiana di Brisbane quale sede delle olimpiadi del 2032, che ospiterà le olimpiadi dopo Los Angeles.
Ludovico Tallarita